Le vessazioni psicologiche perduranti sono lesive dell’integrità psicofisica.

Tribunale di Verona, 4 giugno 2019
TRIBUNALE ORDINARIO di VERONA
SEZIONE FAMIGLIA E INTERDIZIONI-INABILITAZIONI CIVILE
DECRETO
II Giudice dott.ssa Raffaella Marzocca,
nella procedura n. v.g. 2713/2019. promossa da
XX, assistita dall’avv. B. LANZA E dall’avv. DE BONA M.
contro
XY, con l’avv. T. VALERIO e l’avv. E. FIRPO;
a scioglimento della riserva assunta, visti gli artt. 342 bis e ss. cc e 736 bis e ss. cpc ha pronunciato il seguente
DECRETO
Con il ricorso depositato XX chiedeva che a XY, proprio marito, fosse ordinato di cessare la propria
condotta pregiudizievole aggressiva e minacciosa (fatta di scatti d’ira, di urla, di offese, di bestemmie e di
vessazioni psicologiche) tenuta nei confronti della moglie (ed in precedenza anche della figlia AA), di allontanarsi
dalla casa coniugale e di non avvicinarsi alla abitazione medesima, né ai luoghi frequentati dalla predetta.
Deve osservarsi, in primo luogo, come le dichiarazioni rese dalla parte e dagli informatori siano molto
analitiche, puntuali, dettagliate, coerenti e convergenti.
Dichiarava la ricorrente: “Il comportamento abituale di XY è fatto di urli e intimidazioni, dice che è sempre colpa mia, tutto quello che succede, mi si rivolge con parolacce e bestemmie. Il suo comportamento è così da molti anni, quello che mi ha portato alla conclusione di allontanarlo è stato di aver dovuto allontanare nostra figlia da casa perché con lei aveva condotte parimenti intimidatori e sminuenti. Lui invertiva le cose dicendo che la colpa era della figlia che era secondo lui stupida e drogata, cosa non vera. Lui si disinteressa di lei, mi accusava di averla cresciuta male ed averla fatta diventare bugiarda. Recentemente quando nostra figlia è uscita dalla clinica è stato necessario allontanarla per non farla tornare a casa con lui. Ad un certo
punto anche io non ce la facevo più a vivere con lui, sentendomi anche in colpa con lei per essere rimasta con il papà. Lui mi aggrediva per qualsiasi cosa (tapparella rotta, lavapiatti rotta lui diceva sempre che era colpa mia). Non potevo aprire le finestre perché altrimenti si spendeva troppo di riscaldamento, le tapparelle restavano giù.
Mi diceva che ero bugiarda, una testa di cazzo, ragionavo con la figa, avevo la faccia da ippopotamo,
bestemmiando come intercalare abituale. Mi sono allontanava ad ottobre e tornavo alcune volte per prendere le mie cose e lui mi ha insultato ancora perché c ‘era un mobile rotto e del materiale alimentare avariato. Una volta che parlavamo di soldi mi ha detto che mi avrebbe fatto interdire. Mi diceva che siccome ero depressa era perché ero drogata. Da sempre mio marito è stato un accumulatore di oggetti, lui diceva che gli serviva per il suo lavoro.
Avevamo suddiviso la casa in due zone, una per il suo studio ed una per l’abitazione. Lui piano piano ha
accumulato carte e faldoni in casa, vestiti ovunque, dovevo stendere i vestiti in sala. Io non avevo più un mio
spazio, lui diceva che la casa doveva essere una cosa da modificare in fieri, ma sempre a piacere suo e per il suo interesse e come io non esistessi. Attualmente sono stata ospitata da mia figlia, e dalle mie sorelle, e comunque sono stata spesso a casa perché lì ho tutte le mie cose. ”
Tali dichiarazioni sono state confermate e dettagliate dalla informatrice BB, figlia di primo letto di XX, la
quale, sotto il vincolo dell’impegno di rito, ha dichiarato: “Dalle seconda media ho convissuto con mia madre e XY per metà settimana e fino ai 22 anni quando sono andata a vivere per conto mio. Io ho sempre frequentato poi mia madre e poi lei ha tenuto le mie figlie. Ad un certo punto ha iniziato a venire da me per evitare di sottoporre anche le mie figlie a situazioni di tensioni in casa. La situazione era imprevedibile. XY può iniziare ad urlare per qualsiasi motivo, perché non si rispondeva ad un comando o perché la televisione era accesa, o perché il suo bicchiere era spostato. Da quel momento lui comincia ad urlare, a bestemmiare, a rivangare fatti del passato.
Lo fa con mia mamma e con me perché ha confidenza, si trattiene se ci sono terzi.
Io ho convissuto con mia sorella quando era piccola e quindi veniva tenuta in casa. XY si opponeva a che facesse sport perché era da stupidi, a che andasse a casa degli altri perché non erano all’altezza, a che uscisse per gite con il coro perché era pericoloso. E le prime contrapposizioni serie con mia sorella sono state nella fase di adolescenza quando lei ha cominciato ad avere una sua personalità. Mia mamma aveva paura di infrangere i divieti che le venivano posti dal padre e quindi la accompagnava dagli amichetti quando mio padre erano via per lavoro. Nel periodo successivo lo scontro principale è stato sulla scuola, anche sul conservatorio e AA è stata sempre sminuita. Ha fatto lavoretti poi ed è sempre stata disprezzata. E ’ stata in Giappone per tre anni e mezzo e io avevo pagato in parte questo viaggio perché speravo potesse aiutarla, ma da due anni e mezzo da quando è tornata le cose sono via via peggiorate fino al ricovero a Villa Santa Giuliana.
Negli ultimi due anni c ’è stato un peggioramento nei rapporti tra mia mamma e XY. Mia mamma ha cercato tante volte di farsi ascoltare. C’erano spesse scenate da parte di XY per tutte le spese che dovevano essere sostenute.
Mia mamma rimandava la discussione perché aveva paura. Prima lei esauriva tutti i soldi della sua pensione. Poi doveva chieder a lui che faceva le sue sfuriate e rivangava fatti del passato. Nell’estate scorsa mia sorella è stata a Santa Giuliana. Mia madre ne ha parlato con XY che non credeva al fatto che mia sorella stesse male. Lui è stato convocato a colloquio da uno psichiatra (è stato scelto un uomo perché lui non ha stima delle donne). Lui ha detto che AA è una bugiarda, come la madre. Mia mamma ha speso soldi in quel periodo. Ha chiesto a XY di darle soldi per aiutare AA a vivere inaffìtto da sola. Di solito mia madre era sempre stata mite ma questa estate invece ha cercato di difendere AA. Quando ho visto che era sempre più depressa e impossibilitata a gestire le sue
cose ho detto a lei di venire via e rifarsi una vita. All ‘inizio è stata da una sorella, poi da me, poi dall’altra
sorella, ma è ospite ed invece ha bisogno di spazi suoi. In questi mesi ogni tanto è tornata a casa qualche volta, lei
ha paura ed ansia di incontrarlo. Venti giorni fa l’ho accompagnata io a casa, lui stava uscendo ma si è
trattenuto in casa. Le uniche cose che ha detto è che si era rotto il mobile in cucina ed ha rinfacciato a mia
madre con disprezzo la presenza di alimenti deteriori. Non ha mai chiesto notizie di AA. La casa è
degenerata negli anni. Anche mia mamma ultimamente ha lasciato le cose andare. Io non so se XY è
accumulatore compulsivo ma al piano terra ha riempito di cose sue che nel tempo hanno occupato tutto, poi
siccome il wi fi non andava bene ha cominciato ad invadere la sala con il suo computer. Mia madre non ha
la forza di controbattere e si è pian piano ritirata lasciando che lui facesse quello che voleva. Un po ’ alla
volta è rimasta schiacciata da ciò. ADR Quando vivevo con loro beveva spesso e si ubriacava. E ’ una
persona irascibile
A conferma della situazione di costante vessazione psicologica in cui si trovava la resistente vi sono
anche le dichiarazioni rese da un’amica della ricorrente che, a sua volta sotto il vincolo dell’impegno di rito,
ha dichiarato: “Ho conosciuto XX in biblioteca a Sommacampagna quando mi sono trasferita dopo essere
rimasta vedova.
Dacdilmoprvaehinrv cdenrsv cdeiostv aehinost adeinprté aciort ,adelnosv aceisuv Iahilnrs Iegistv aceioq aegnrtuaegnrstv aenotu aginptv aelmnostv afiru acdeiv abcghimno aceilmno.abdefilnt ,abelpt Lailprs acelmops adeimtu ,deimorz cimpsv adeilopr .adelnr defiosScfgirsvz.acehinop .aegrst .Ieilstv ,Naeiosv Magnot .acinv ehimsv Qadefhimu aeiruv adelnov adhilnoq acdentu acelort aehmnostv,aceiostv aehil celmnr cefhiovaeimnrsv aentu ceglmost ahilortu aeinos aceivacefimnsv aimnorst aeginort abdeilns.bilmrst aeiouz,Laint agomnoi
invitavo spesso perché lei non usciva mai. Io cercavo di distrarla e portarla con me per farla
rifiorire almeno per due tre ore. Un anno e mezzo fa circa mi aveva raccontato che la figlia al
ritorno dal Giappone era sempre più in difficoltà e il padre le diceva che era una nullità. Poi mi
aveva raccontato che si era fatta tagli. Le ho detto di andare dallo psicologo lei e la figlia. Lui
continuava a chiamarle nullità. Una sera la ragazza di nuovo era tornata tardi, era disperata e con
tagli e io allora ho preso la situazione in mano e chiamato BB perché intervenisse. Mi aveva
raccontato XX che lui continuava sempre a dirle che era nullafacente e non faceva niente ed una
volta si era avventato contro la figlia come per colpirla e la madre si era messa nel mezzo per
evitare il peggio”
Le deposizioni rese, riportate nella loro interezza, fanno emergere indubbiamente un quadro
di prevaricazione del resistente nei confronti della moglie, lesa nella sua dignità, sminuita come
donna, moglie e madre, che nel tempo ha determinato conseguenze patologiche sempre più gravi per
la ricorrente, relegata in una posizione di sudditanza psicologica, di paura ed incapacità di reagire
per evitare che la situazione potesse degenerare ulteriormente, di frustrazione per l’incapacità di
tutelare la figlia dalle modalità sminuenti usate verso di lei così come verso la madre.
Le risultanze delle prove orali, confortate anche dai certificati medici che danno conto della
situazione di prostrazione psichica della ricorrente e della figlia AA, sono indice di una situazione
protratta di vessazioni psicologiche perduranti e incessanti, idonee a ledere e ad aggravare l’integrità
psichica e dunque psicofisica della resistente, visibilmente provata dal continuo protrarsi di tali
condotte.
A fronte di tali precise e dettagliate contestazioni il resistente si è limitato a dichiarare:
“Può capitare che io bestemmi, Non è vero che urlo a mia moglie, fa parte di una percezione
derivante dalla sua malattia che è risalente nel tempo. (…) Mia moglie la ho seguita finché ho
potuto.” Ed ancora “Fin da piccola io l’ho sempre curata AA. Da circa quando aveva 10 anni
invece si è legata alla madre ed io sono stato messo da una parte. Vivevano in un mondoloro. Lei
nel fine settimana se ne stava a giocare e poi piangeva la domenica perché non aveva studiato. Poi
ha avuto il diploma di canto lirico. Ma non ha voluto mettere a frutto il suo talento. Non aveva i
piedi per terra, voleva fare lavoretti per guadagnare, lo non avevo nessuna voce in capitolo. La
madre l’ appoggiava. Vivevano nelle loro favole, nei fumetti. Avevo avvisato BB delle difficoltà di
AA. Loro hanno bisogno di soldi e quindi stanno dicendo tutto questo per quel motivo. La volta
unica che sono andato al manicomio ho parlato solo con lo psichiatra e lo psicologo e non mi
hanno dato informazioni. Appena apro bocca calo un sipario. Sia mia moglie che mia figlia hanno
problemi.
Le dichiarazioni rese dal resistente denotano una scarsa consapevolezza della propria
condotta e degli effetti della stessa sulla moglie e sulla figlia, con un approccio quantomeno
superficiale ed una lettura a tratti riduttiva ed in ogni caso sminuente rispetto alla situazione
rappresentata con dovizia di particolari dalla informatrice BB (particolarmente attendibile avendo
vissuto le dinamiche familiari direttamente).
Si osserva poi come l’unica informatrice citata dal resistente (il quale aveva l’autorizzazione
a citare due informatori) si sia limitata a dichiarare che “Non ho mai assistito a dinamiche familiari
di nessun tipo. Con me è sempre stato cortese. La visita fu circa 5 anni fa quando ancora lavoravo
a Verona. (…) Della figlia mi ha sempre parlato, lui ammirava la sua voce e mi ha fatto anche
sentire delle canzoni sue ma non riuscivano a comunicare e lui si sentiva impotente. Si sentiva
dispiaciuto. Sapevo che la figlia era ricoverata ma non mi ha mai detto se era stato a trovarla. ”
L’esame di tutto il materiale probatorio a disposizione induce a ritenere quindi sussistente il
grave pregiudizio richiamato dalle norme in esame.
L’art. 342 bis c.c. prevede la misura dell’ordine di protezione quando la condotta del
coniuge è causa di grave pregiudizio all’integrità fìsica o morale ovvero alla libertà dell’altro
coniuge.
Non vi è dubbio infatti che la condotta tenuta dal XY sia idonea a ledere gravementesia
l’integrità morale che quella psichica della coniuge, oltre a sopprimere all’interno delle mura
domestiche la libertà della ricorrente di prendere qualsiasi decisione inerente ogni aspetto, anche
pratico e di gestione di sé e della casa coniugale (peraltro di sua proprietà) e che il suo ulteriore
protrarsi andrebbe inevitabilmente ad aggravare la situazione di prostrazione psicologica
dell’istante.
Da ultimo giova osservare che l’accumulo sistematico di oggetti nell’abitazione coniugale,
inizialmente limitato dal XY al piano terra adibito ad uso studio e laboratorio e poi, per sua stessa
ammissione, esteso all’abitazione coniugale in mancanza di altri spazi, costituisce una limitazione
ulteriore per la coniuge, privata della possibilità di fruire dell’abitazione e costretta a vivere in una
casa che da dimora per una normale vita pare trasformata in un deposito di materiali di ogni tipo,
come risulta dalla documentazione fotografica depositata.
Si ritiene, dunque, che sussistano tutti i presupposti per confermare l’ordine di protezione e
tutte le statuizioni di cui al decreto dell’8 maggio 2019 per il periodo stabilito di 12 mesi già
indicato in decreto, tempo ritenuto idoneo ad iniziare la procedura di separazione dei coniugi.
In ragione della espressa rinuncia alla domanda di mantenimento da parte della ricorrente
non occorre pronunciare sul punto.
La fondatezza del ricorso determina la soccombenza nelle spese di lite, che vengono quindi
poste a carico del resistente e liquidate in dispositivo,
P.Q.M.
Conferma l’ordine di protezione dell’8.5.2019 da intendersi qui integralmente richiamato e
trascritto.
Condanna XY al pagamento delle spese di lite che liquida in euro 1.000,00 per compensi
professionali, oltre al 15% per spese generali oltre iva e epa come per legge.
Si comunichi.
Verona, 04/06/2019
Il Giudice, dott.ssa Raffaella Marzocca